Mestieri d’Eccellenza LVMH ha annunciato i vincitori della terza edizione del Premio Maestri d’Eccellenza, organizzato con Confartigianato Imprese, Camera Nazionale della Moda Italiana e la Maison Thélios.
La cerimonia di premiazione, ospitata a Milano, ha accolto le opere dei nove finalisti: Pietro Barbini (AAV Barbini srl), Selvaggia Domitilla Biondi (Paper Poetry), Patrizia Fabri (Antica Manifattura Cappelli srl), Bianca Sannolo (Bianca Hodselle), Marta Benet Morera, Youlin Li, Barbara Ricchi (Giorgio Linea srl), Elham M. Aghili e Lucia Massei.
Tra loro, la giuria ha selezionato i quattro protagonisti dell’edizione 2025:
- Selvaggia Domitilla Biondi – Maestro Artigiano d’Eccellenza
- Marta Benet – Maestro Emergente Artigiano d’Eccellenza
- Lucia Massei – Maestro dell’Innovazione d’Eccellenza
- Elham Aghili – Menzione speciale
Abbiamo incontrato i vincitori per raccogliere le loro parole e scoprire le storie, le passioni e le visioni che animano il loro lavoro.
Maestro Artigiano d'Eccellenza – Selvaggia Domitilla Biondi
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Paper Poetry – Roma
Cosa significa per te questo riconoscimento?
«Creo immagini piene di armonia a partire dallo stato delle frequenze che il mio corpo umano vibra: medito, alzo le mie frequenze e impugno un bisturi per restituire questa vibrazione magica di armonia sulla carta.»
Come hai sviluppato la tua tecnica?
«Mi sono avvicinata a questa tecnica perché il suono ha sempre segnato passaggi importanti nella mia vita. Dal graphic design sono passata a studiare suonoterapia e da lì ho intuito un modo per portare l’armonia in modalità visiva, scolpendo le frequenze sulla carta con i bisturi ereditati da mio papà, che era chirurgo. Ho iniziato con il bianco su bianco e poi ho introdotto le poesie di Rumi e il ricamo della mia bisnonna.»
Come immagini il futuro del tuo lavoro?
«La contemporaneità si arricchisce di possibilità tecnologiche, ma credo che nascerà una contro-onda di ricerca spirituale. Questa tecnica è una meditazione partecipativa, un ritorno all’ascolto e al creare con le mani: ciò che ci contraddistingue come esseri umani.»
Maestro Emergente Artigiano d'Eccellenza – Marta Benet
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Ceramiche e tessuti – Asola (MN)
Puoi raccontarci il tuo percorso?
«Sono Marta Benet e sono ad Asola in provincia di Mantova. Realizzo oggetti artigianali unendo le tecniche del tessile e della ceramica, usando materiali naturali come argilla, lino, cotone o seta. Produco oggetti che vanno dalla stoviglieria fino a opere d’arte o scultura.»
Che ruolo gioca la tradizione nel tuo mestiere?
«Per me il rapporto con la tradizione è fondamentale. Nonostante realizzi oggetti contemporanei, la base è sempre la tecnica tradizionale artigianale. Credo di aver preso tecniche tradizionali e di averle sintetizzate, portandole alla minima espressione, per fare cose più appetibili all’occhio contemporaneo e soprattutto dei giovani.»
Cosa significa per te lavorare come artigiana oggi?
«Felicità. Io mentre lavoro provo felicità. La passione è fare qualcosa che viene da dentro, che non lo pensi neanche troppo e che ti spinge a migliorare. È un lavoro complesso, ma la gente è molto interessata alle tecniche artigianali e spesso rimane stupita che io riesca a vivere di questo mestiere.»
Maestro dell'Innovazione d'Eccellenza – Lucia Massei
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Oreficeria – Firenze
Come è nata la tua passione?
«Questo laboratorio è il mio luogo dell’anima. Faccio gioielli che sono pezzi unici per mostre internazionali. È nato come una passione assoluta: se potessi non farei altro. È un mestiere che non è un mestiere, è un amore.»
Cosa significa per te l'innovazione?
«Il passato e il futuro sono connessi, senza uno non c’è l’altro. Innovazione vuol dire utilizzare le esperienze di artigiani e artisti vissuti precedentemente con le proprie competenze. Puoi usare una tecnica che fino a 50 anni fa non esisteva e unirla a tecniche di 5.000 anni fa: allora diventa innovazione.»
Cosa ti spinge ad andare avanti?
«È difficile descrivere la passione, è uno stato mentale, fisico e spirituale. Creare gioielli è dare vita a cose che prima non esistevano, opere molto personali che stanno sul corpo e si caricano di significati simbolici.»
Menzione speciale – Elham Aghili
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Arte tessile – Parma
Come descriveresti il tuo lavoro?
«Realizzo giardini onirici fatti con gli scarti di filati. Faccio installazioni e sculture indossabili utilizzando errori di magazzino o fondi di produzione che trasformo in giardini tessili. Il filo è una materia versatile: lineare e tridimensionale allo stesso tempo, capace di diventare radice, corda, tessuto.»
Da dove trae ispirazione?
«Sono italiana di origine iraniana e sono cresciuta tra i tappeti persiani, che sono le più antiche rappresentazioni figurative del giardino. Lì credo che sia nata la mia ispirazione. Giocavo con quei tappeti, li osservavo, li coloravo: per me erano già giardini da trasformare.»
Qual è la tua visione per il futuro?
«Credo che non ci sia limite al dialogo tra nuove tecnologie e artigianato: possono darsi forza a vicenda. Io stessa ho preso ispirazione guardando una stampante 3D. Ma il vero motore rimane la meraviglia: vedere le persone incantate davanti a un lavoro fatto a mano mi fa capire che questa disciplina ha ancora un futuro luminoso.»