In Italia, alcuni artisti lavorano con la plastica da anni. Non come tendenza, ma come scelta consapevole. Alcuni creano mosaici dettagliati utilizzando scarti di uso quotidiano. Altri rimodellano scarti industriali in oggetti che sfidano il nostro modo di vedere la bellezza e la materia. Non si tratta di glorificare i rifiuti. Si tratta di porre domande diverse a ciò che già abbiamo.
In questo articolo, in collaborazione con Plastic Free Onlus, mettiamo in luce i creativi che stanno ripensando a cosa può diventare la plastica.
Pezzi indossabili
1. Salma Moustafa
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Salma crea dei gioielli con palline di gel di silice, plastica riciclata e materiali raccolti nelle zone costiere. In particolare, il gel di silice che si trova nei sacchetti che accompagnano molti dei nostri acquisti è normalmente considerato spazzatura, ma è molto difficile da riciclare. Salma ha trovato una soluzione molto originale a questo problema: farne degli orecchini colorati!
Ogni pezzo è realizzato a mano in Italia con processi a basso impatto ambientale. I materiali vengono puliti, rimodellati e reinterpretati in accessori leggeri e scultorei. Nessuna produzione in serie, nessuno stampo standard, solo design unici che riflettono l'irregolarità del mare e la bellezza del riuso.
2. Francesca Antico
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Antyquo è il marchio di gioielli fondato da Francesca Antico, una giovane designer italiana che ha iniziato a sperimentare con i materiali , e quella che è iniziata come esplorazione creativa si è trasformata in una collezione di pezzi audaci e unici nel loro genere. Ogni anello o orecchino Antyquo è realizzato con materiali di riciclo, principalmente vetro di scarto, che Francesca trova per strada o recupera da oggetti rotti. Il vetro viene poi conservato e trasformato attraverso una tecnica di resinatura da lei sviluppata per esaltarne e proteggerne le forme e i colori irregolari.
Belle arti
3. Enrica Borghi
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Enrica Borghi è un'artista italiana che ha trascorso decenni trasformando i rifiuti quotidiani in qualcosa che cattura l'attenzione. La sua pratica fonde scultura, moda e installazione, spesso utilizzando la plastica per esplorare temi come la bellezza, il consumo e il corpo femminile. Il lavoro di Borghi non riguarda solo il riuso. Si tratta di ripensare il modo in cui diamo valore a ciò che ci circonda. È anche fondatrice dell'Associazione Culturale Accademia di Arte Plastica , una piattaforma che collega l'arte alla consapevolezza ambientale.
4. Lady Be
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Lady Be trasforma la plastica di scarto in ritratti indimenticabili. Da lontano, le sue opere sembrano volti familiari della cultura pop. Ma avvicinandosi ci si rende conto che ognuna è realizzata con oggetti usati e scartati: bottoni, tappi di bottiglia, fili, pezzi di imballaggio. Nulla è dipinto. Tutto è riutilizzato.
5. Paolo Nicolai
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Paolo Nicolai porta la logica dell'architettura nel mondo del riuso. Architetto di formazione, si approccia ai materiali come un designer, ma pensa come un artista. Il suo lavoro parte spesso dai rifiuti plastici, pezzi in esubero scartati e oggetti dimenticati. Il suo lavoro sfida l'idea comune di ciò che è rifiuto, di ciò che è bello e di ciò che merita spazio nelle nostre vite.
6. Francesca Pasquali
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Francesca Pasquali prende materiali industriali e li trasforma in paesaggi quasi organici. Il suo lavoro utilizza spesso cannucce di plastica, gomma o reti di nylon – il tipo di materiali che vediamo ogni giorno ma che non notiamo mai veramente. Attraverso la ripetizione e un posizionamento accurato, costruisce texture su larga scala che sembrano vive, quasi come barriere coralline o strane superfici inedite. Il suo stile è fisico e immersivo. L'artista non vuole dirti cosa pensare, vuole farti provare qualcosa, anche se la sensazione può risultare un po' strana e scomoda.
7. Dario Tironi
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Dario Tironi è un artista italiano che usa i rifiuti per riprodurre la figura umana – letteralmente. Ciò che distingue il lavoro di Tironi è il modo in cui bilancia artigianato e storytelling. Non nasconde l'origine dei suoi materiali. Al contrario, li rende visibili e centrali, trasformando l'atto del riutilizzo in una forte ed esplicita volontà. Le sue sculture sembrano chiedere: i nostri rifiuti e gli oggetti dimenticati ci rappresentano e definiscono la nostra storia?
8. Annarita Serra
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Inizialmente attiva nella pubblicità e nel design, Serra ha spostato la sua attenzione sull'arte e attivismo ambientale. Il suo background si riflette nell'impatto visivo delle sue opere: audaci, grafiche e immediatamente accattivanti. Ma oltre all'estetica, le sue opere trasmettono un forte senso di urgenza. Spesso raffigurando icone, volti o simboli noti che ti catturano, ma che poi scopri che sono realizzati interamente con ciò che noi esseri umani abbiamo scartato.